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al testo di Manuela Giasi
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Stenditi sull’erba un attimo. Spingi gli occhi in alto e senti il movimento della terra. Osserva il movimento del cielo: che ti chiarisca una volta per tutte che noi non ci fermiamo mai. Che a velocità inconcepibile la regolarità del mondo avrà prima o poi fine in una corsa stupida schiacciati dalla gravità dalle azioni e dai pensieri dall’inizio sino alla chiusura. E poi riporta lo sguardo verso i grandi maestri, gli alberi. E calmati. Respira. La grana del terreno è regolare e tu dormi come in una fessura calda. Un vortice di nebbia ti risveglia. Nel rosso dell’alba ti riprendi.
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